Fase uno. Ipotesi di lavoro e metodologia.


Sino alla fine del Mare è un progetto di ricerca sul tema delle cosiddette Terre Estreme declinato in tre fasi. Questa che si è appena conclusa, la prima, è per certi versi la più delicata poiché basata sulla necessità di stabilire delle coordinate e dei codici in un tempo brevissimo che induce necessariamente a delle forzature nelle relazioni tra il territorio e il suo paesaggio al tempo stesso geografico e antropologico; la stazione come centro nevralgico della ricerca; e gli artisti che per due settimane hanno occupato la stazione stessa rispondendo al tema dell’estremo fungendo quasi da incubatori di un’esperienza che si è limitata, ad oggi, a raccogliere informazioni e conoscenze di diversa natura intrecciandosi con un tempo estremamente lento.

I momenti di pausa, declinati quasi nella dimensione dell’ozio sono, infatti, in un progetto di ricerca di sei mesi il cui obiettivo non è produrre un’opera bensì un libro, tanto importanti quanto quelli di conoscenza e approfondimento. Questi momenti si sono poi intrecciati con la vita di tutti i giorni e quei luoghi di riferimento che alimentano le relazioni sociali a Gagliano del Capo; le tracce lasciate dagli artisti che hanno partecipato alle passate edizioni; i professionisti e infine le associazioni che operano nel territorio stesso.
In questa fase, infatti, la conoscenza alta, in particolare quella scientifica che aveva come obiettivo quello di segnare in qualche modo i confini e delineare la struttura geo-morfologica del territorio e le sue possibili ricadute di natura antropologica, si è intrecciata in maniera organica con le forme più varie della conoscenza: da quella fatta per via diretta attraverso le escursioni, a quella della trasmissione della memoria attraverso il racconto, a quella agronomica, a quella infine emotiva.

Il territorio nella sua vasta stratigrafia si è comportato come una sorta di piattaforma, o meglio, un complesso dispositivo di intrecci e di tracce, di punti per ora sospesi che verranno uniti in un tempo non guidato dai meccanismi della produzione forzata se non piuttosto in una forma che, attraverso il libro, diventerà una sorta di rizoma lasciando successivamente spazio libero ad altre ipotesi di lavoro e ricerca per gli artisti stessi, per Ramdom e per quegli artisti/ricercatori che verranno.

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Intrecci, tracce, appunti…




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